sabato 30 gennaio 2010

Rassegna Stampa



Cilento Futurista - D'Amore: "Si al Nucleare per la sovranità energetica"






L'associazione culturale "Cilento Futurista - CasaPound Italia" prende posizione nella polemica sulla possibilità della costruzione di una centrale nucleare presso Foce Sele. Parola al segretario Guido D'Amore :" Sul tema ci sono troppo spesso ipocrisie inaccettabili. L'Italia dovrebbe essere , arretrata rispetto all'Europa e al mondo, libera dalle centrali nucleari. Peccato che a pochi km dai confini italiani ci siano impianti da cui noi compriamo energia, per la precisione 59 in Francia 17 in Germania, 5 in Svizzera, 1 in Slovenia. Il totale in Europa è 197. La tecnologia rispetto ai tempi di Cernobyl è avanzata e ora la probabilità di un incidente è paragonabile alla possibilità di essere investiti da un auto sulle strisce pedonali. I contrari al nucleare dovrebbero vivere barricati in casa allora. C'è bisogno - continua D'Amore - di un programma energetico nazionale che porti l’Italia ad una autosufficienza energetica. Il nucleare permetterebbe il risparmio di milioni di euro che oggi vengono spesi per comprare all’estero combustibili fossili altamente inquinanti e, come affermano varie previsioni scientifiche, in rapido esaurimento. Le fonti riciclabili come il solare , l'eolico etc sono importanti e vanno portate avanti, ma da sole non sono sufficienti."

2 commenti:

  1. Mi permetto di porre delle obiezioni, dettate da considerazioni esclusivamente tecniche ed economiche.
    * sovranità 1: la tecnologia per la costruzione degli impianti nucleari previsti dal piano del Governo andrebbe acquistata dalla Francia (ipotesi più probabile) o dagli USA, insieme al relativo know-how; nessuna sovranità italiana sulla costruzione delle centrali, dunque, ma la solita dipendenza dall'estero (come in ogni altro campo dell'hi-tech)
    * sovranità 2: anche il combustibile utilizzato dalle centrali va acquistato (e trattato) all'estero; passeremmo quindi dalla dipendenza dai Paesi produttori di gas naturale (combustibile usato per produrre circa il 67% dell'energia prodotta in Italia) a quella dai Paesi produttori di uranio e plutonio
    * disponibilità del combustibile: il combustibile nucleare è disponibile in quantità limitate (non considerando tecnologie allo stato ancora problematiche, come i reattori autofertilizzanti); molti studi prevedono il raggiungimento del peak uranium nei prossimi 30 anni, con conseguente drastico incremento del prezzo del combustibile
    * costi e risparmi: la costruzione di una centrale nucleari comporta costi stratosferici; anche escludendo la levitazione dei costi in corso d'opera (come nel caso emblematico del terzo reattore della centrale di Okiluoto, Finlandia) ed il più che probabile aumento del prezzo del combustibile, il "risparmio di milioni di euro" si vedrebbe solo nel lungo periodo (qualche decennio)
    * inquinamento: le scorie risultanti dalla produzione di energia nucleare restano letali per decine di migliaia di anni; il problema del loro smaltimento nel territorio nazionale è tuttora insoluto. Che dire poi dei reattori della centrale stessa, che al termine della vita operativa (35-60 anni) restano sul territorio, non più produttivi e, anzi, necessitanti continua manutenzione?
    * pericolosità: un macro-incidente come quello di Chernobyl è decisamente improbabile; molto più probabili e frequenti, invece, sono micro-incidenti con rilascio nell'ambiente di sostanze liquide o gassose e/o emissione di particelle radioattive scersamente penetranti, ma in ogni caso costituenti un pericolo potenziale per le popolazioni che vivono nell'area della centrale. Perché correre il rischio, quando esistono delle alternative?
    * tempi di realizzazione: per vedere in funzione i primi reattori occorrerebbero almeno 10 anni (caso ottimistico)
    * alternative ed azioni: le fonti energetiche rinnovabili (solare fotovoltaico, con le ricerche dell'ENEA; solare termico, col progetto di Carlo Rubbia; eolico, con i progetti del Politecnico di Torino; geotermico a bassa entalpia) possono essere allo stato insufficienti, ma sono le uniche che assicurano la totale sovranità ed autosufficienza energetica del Paese. Una massiccia azione di educazione popolare al risparmio energetico, unita alla pressione sul Governo affinché incoraggi la microgenerazione diffusa (che comporta risparmi per i comuni cittadini) anziché la costruzione di faraonici impianti (che porteranno soldi nelle tasche dei Soliti Noti, manager dei grandi gruppi industriali) e finanzi la ricerca sul nucleare pulito, favorendo il ritorno in Patria dei cervelli fuggiti all'estero per collaborare alla ricerca nucleare in Paesi più consapevoli del proprio destino.
    Mi scuso per la verbosità, vi ringrazio per l'ospitalità.
    Aldo Rossi, dip. di Ingegneria Elettrica, Università degli Studi di Napoli "Federico II"

    RispondiElimina
  2. mi fa piacere leggere il suo intervento

    visto la sua "passione" per l'argomento non posso che invitarla come relatore alla nostra prossima conferenza sulle ragioni del si e del no al nucleare

    mi contatti alla nostra mail

    saluti
    Guido

    RispondiElimina